mercoledì 27 agosto 2008

Maldive, la costituzione segue la sharia: Niente cittadinanza ai non musulmani

Una crescente volontà di salvaguardia dell'identità «Oggi il sole è calato sui vecchi atolli e un nuovo sole spunta all'orizzonte». Quando la politica si fa sulla sabbia di cipria di 1.192 isole coralline, la retorica del potere è ancora più ispirata. Il discorso lo pronuncia Mohamed Nasheed, ministro dell'Informazione, e il suo «sole» è la nuova Costituzione che avrebbe dovuto introdurre la democrazia alle Maldive.
«Un non musulmano non può diventare un nostro cittadino» recita invece il punto (d) dell'articolo 9, aggiunto ex novo rispetto alla vecchia Carta del 1998.
Un principio che non solo impedirà di ottenere la cittadinanza ai non musulmani ma ne provocherà la perdita anche da parte di chi si coverte o è figlio di un non islamico. Le persone colpite dalla revoca potranno restare nel Paese, ma solo per lavorare, e perderanno diritti fondamentali come quello di parola e di spostamento.
Sugli atolli, dove la popolazione è al 100% musulmana sunnita la riforma che vieta «ogni legge contraria ai principi dell'Islam » è passata senza colpo ferire.
«Qui le donne locali si vestono sempre più di nero e indossano il burqa — testimonia il console onorario italiano a Malé Giorgia Marazzi —. Impossibile immaginare adesso una protesta sul tema della libertà religiosa». Nessuna levata di scudi, però, neppure da parte dell'opposizione, troppo preoccupata di urtare la sensibilità degli elettori in vista delle prime elezioni multipartitiche in programma a ottobre.
fonte: Il Corriere della Sera

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