mercoledì 6 febbraio 2008

Immigrazione. Spesi a Modena 12 milioni di euro in sei anni per assistenza ad extracomuniatri clandestini

12.217.272 euro. E’ questa la cifra record spesa in nemmeno 6 anni, dal gennaio 2002 al settembre 2006, dall’Usl e dall’Azienda ospedaliera di Modena per dare assistenza sanitaria agli stranieri clandestini o irregolari privi di permesso di soggiorno. Una spesa enorme ed in continuo aumento che oltre a creare una voragine finanziaria nei bilanci della sanità pubblica, conferma un allarme sociale di dimensioni epocali. Mentre i cittadini devono subire il costante aumento del costo dei ticket e dei tempi di attesa per le prestazioni specialistiche scopriamo che buona parte della spesa sanitaria viene bruciata per erogare gratis servizi ed assistenza a chi secondo le legge non dovrebbe nemmeno essere in Italia.
A rendere noto le cifre sostenute a Modena ed in Regione per garantire assistenza sanitaria agli extracomunitari non iscritti al Servizio Sanitario Nazionale, è il Consigliere regionale Andrea Leoni in riferimento alla risposta data dall’Assessore regionale alla sanità Bissoni all’interrogazione che aveva presentato sulle spese sostenute dalle Ausl per l’assistenza agli stranieri irregolari muniti del tesserino STP (Straniero temporaneamente presente).
Se nel 2002 il costo dei servizi erogati dalle aziende sanitaria e ospedaliera di Modena ammontava a 1.547.000 euro, nel 2003 la cifra è salita a 1.874.000 mila euro mentre nel 2004 si è arrivati a 2.744.000 euro. La spesa pubblica per la sola provincia di Modena ha poi raggiunto la cifra di 2.551.000 euro nel 2005 e 2.400.000 euro nell’anno 2006. Il dato dei primi 9 mesi del 2007 conferma il preoccupante trend, attestandosi a 1.527.000 spesi. In tutto più di 12 milioni di euro per garantire assistenza a chi non dovrebbe trovarsi in Italia.
Siamo di fronte a cifre allarmanti – ha affermato Leoni – che confermano il devastante impatto sociale ed economico provocato in questi anni dalle politiche buoniste delle amministrazioni rosse che fanno da richiamo per gli immigrati clandestini. Il problema che denunciamo non è quello di garantire, come prevede la legge, le prestazioni di emergenza sanitaria a chi si trova illegalmente sul nostro territorio. Ciò che contestiamo è l’irresponsabile tentativo in atto di trasformare le prestazioni fornite agli stranieri irregolari da straordinarie ad ordinarie. Si vuole estendere anche l’assistenza sanitaria di base e non di emergenza, che per legge deve essere garantita solo ai cittadini iscritti al servizio sanitarie nazionale, a tutti gli extracomunitari clandestini ed irregolari.
Questo già succede in Emilia Romagna dove la tendenza di molte Ausl è quella di fornire non solo le prestazioni essenziali previste dalla legge ma anche quelle ordinarie. I danni di queste politiche sono e saranno enormi. Per questo continueremo ad essere in prima fila, in tutte le sedi istituzionali, per contestare queste politiche irresponsabili che pongono una seria ipoteca sul futuro del nostro Paese e sul modello di vita e di società nella quale viviamo.

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