La commissione Giustizia della Camera ha licenziato per l’aula di Montecitorio il disegno di legge per il contrasto delle molestie insistenti, che al tempo stesso introduce nel nostro ordinamento per la prima volta uno stravolgimento della naturale differenza sessuale attraverso il concetto di identità di genere (in inglese detto 'gender').
Dopo aver terminato la prassi della raccolta dei pareri, è stato affidato il mandato per l’aula al relatore Pino Pisicchio, che è anche presidente della commissione Giustizia. «Sorridiamo ma non esultiamo – ha commentato il presidente di Arcigay, Aurelio Mancuso – la prova dei fatti sarà in aula». «Ora si proceda in tempi rapidi alla calendarizzazione », ha insistito Titti De Simone, parlamentare del Prc, con riferimento alla decisione che dovrà prendere la conferenza dei capigruppo di Montecitorio. Jole Santelli di Fi, invece, ha osservato che in Parlamento «c’era pieno accordo sul fatto che lo stalking fosse un’emergenza», ma «la maggioranza ha scelto di inserire nel provvedimento una norma controversa, quale quella sull’omofobia e l’identità di genere, che di fatto ha bloccato una proposta che poteva già essere legge da mesi». «Le sue argomentazioni progressiste – ha replicato polemicamente il socialista Franco Grillini – mascherano una brutale omofobia e un razzismo omosessuale».
«Assolutamente sbagliato confondere l’omofobia con lo stalking nei confronti delle donne – ha ribattuto un’altra azzurra Isabella Bertolini –. La maggioranza di centro- sinistra tenta, per l’ennesima volta, di imporre per via legislativa la parificazione della condizione omosessuale alla ben diversa realtà degli individui eterosessuali».
Al contrario il ministro delle Pari opportunità, Barbara Pollastrini, ha fatto «appello al presidente Fausto Bertinotti e al ministro per i Rapporti con il Parlamento Vannino Chiti, ai presidenti dei gruppi parlamentari perché questo tema venga considerato prioritario nell’agenda dei lavori dell’aula ». La leghista Carolina Lussana, però, ha confermato la contrarietà alla parte del ddl «che riguarda l’introduzione del reato di omofobia» e ha annunciato una dura contrapposizione in aula.È prevista sull’argomento una riunione dei Teodem. «Alla Camera la maggioranza non ha problemi anche di fronte al nostro voto contrario – ha spiegato Enzo Carra –. Decisivo è dunque il Senato, per questo dobbiamo coordinarci». «Ognuno si assumerà le proprie responsabilita », ha assicurato Paola Binetti, che al Senato votò contro il maxiemendamento sul 'decreto sicurezza' perché introduceva analoghe norme cosiddette andiscriminatorie contro le «tendenze sessuali». Un provvedimento sul quale il governo pose la fiducia. Quel 'decreto sicurezza' è stato poi fatto decadere, e la sinistra radicale ha accettato che il nuovo decreto fosse depurato del tema del 'gender' a condizione di un’accelerazione del ddl sullo stalking che appunto nel contestato articolo 3 lo introduce.
La norma afferma che è punito con la reclusione fino ad un anno e sei mesi o con la multa fino a 6 mila euro «chi istiga a commettere o commette atti di discriminazione» per motivi basati «sull’orientamento sessuale o sulla identità di genere». Inoltre sono previste aggravanti fino alla metà della pena per chi commette per tali motivazioni reati punibili con pena diversa dall’ergastolo.
fonte: Avvenire
Nessun commento:
Posta un commento