sabato 3 novembre 2007

Papa Benedetto XVI: Sia riconosciuta anche ai farmacisti l'obiezione di coscienza”

CITTA’ DEL VATICANO - Il diritto all'obiezione di coscienza deve essere riconosciuto anche ai farmacisti. Lo chiede Benedetto XVI nel discorso rivolto alla Federazione Internazionale dei Farmacisti cattolici."
L'obiezione di coscienza - ha detto - e' un diritto che deve essere riconosciuto alla vostra professione permettendovi di non collaborare direttamente o indirettamente alla fornitura di prodotti che hanno per scopo le scelte chiaramente immorali, come per esempio l'aborto e l'eutanasia".
Nel suo discorso, Papa Benedetto ha esortato a combattere la mentalita' che "anestetizza le coscienze per esempio sugli effetti delle molecole che hanno come scopo quello di non permettere l'annidamento (e lo sviluppo) dell'embrione o di abbreviare la vita di una persona"."Il farmacista - ha sottolineato - deve invitare ciascuno a un sussulto di umanita' perche' la vita umana sia difesa dal concepimento alla morte naturale".
Rivolgendosi ai partecipanti al Congresso Internazionale dei Farmacisti cattolici, Benedetto XVI ha affrontato anche il problema del progresso della medicina, che porta grandi benefici ma talvolta espone i pazienti ai rischi di una incontrollata sperimentazione. "Nessuna persona - ha scandito - puo' essere utilizzata in maniera sconsiderata come un oggetto per realizzare sperimentazioni terapeutiche che devono svilupparsi secondo protocolli rispettosi delle norme etiche fondamentali".
Secondo il Papa, "lo sviluppo attuale degli strumenti medicamentali e delle possibilita' terapeutiche che ne derivano chiedono ai farmacisti di riflettere sulle funzioni sempre piu' ampie che sono chiamati a svolgere in quanto intermediari tra il medico e il paziente". I farmacisti sono cioe' chiamati a svolgere "un ruolo educativo con il paziente per un uso giusto della cura medica e soprattutto per far conoscere le implicazioni etiche sull'utilizzo di un determinato farmaco".
Ai farmacisti cattolici, Benedetto XVI ha anche chiesto di "aiutare i giovani che entrano nelle differenti professioni farmaceutiche a riflettere sulle implicazioni etiche sempre piu' delicate delle loro attivita' e decisioni". Si tratta di "approfondire la loro formazione non soltanto sul piano tecnico ma anche su cio' che riguarda le questioni bioetiche".
Esse si fondano sul presupposto che "l'essere umano, creato ad immagine di Dio, deve essere al centro delle ricerche e delle scelte in campo biomedico".In questo contesto, il Pontefice ha infine ripetuto il suo appello affinche' i farmaci salva-vita siano garantiti ai Paesi del Terzo Mondo che non possono acquistarli. "Le case farmaceutiche - ha insistito - favoriscano l'accesso alle terapie per i piu' poveri".
Per Benedetto XVI, "e' necessario che le diverse strutture farmaceutiche, i laboratori e i centri ospedalieri abbiano la preoccupazione della solidarieta' nell'ambito terapeutico, per permettere un accesso alle cure e ai farmaci di prima necessita' a tutti gli strati della popolazione, in tutti i Paesi".

Nessun commento: